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La mia storia di Radiamatore
Salve, sono radioamatore dal 2007 ma da sempre appassionato di ricetrasmissioni. Iniziai le mie prime esperienze con la Banda
Cittadina insieme al mio amico di infanzia iz0hdb Dario e insieme abbiamo intrapreso questo lungo cammino. Iniziammo con un portatilino 1 watt 2 canali, con il quale rimaneva difficile farci
sentire, fino ad arrivare ai giorni nostri. Al momento la mia stazione è composta da uno ICOM IC-7610, microfono SM-50, - Yaesu FTdx10 microfono Heil Sound PR 781, vintage Sommerkamp
FT-277, amplificatore SPE Expert 1.3- FA. Il parco Antenne è composto da una Diamond per le bande vhf e uhf, una End Fed 10-20-40-80, e una HY GAIN AV-640 verticale multibanda per attività DX.
Nel prossimo futuro ho intenzione di istallare antenne più performanti.
Faccio parte dell'associazione ARI Monterosi IQ0MX e all'interno della stessa nel collegio sindacale.
(((73's))) a tutti
Marco
Chi sono i Radioamatori
Sono delle persone che si dilettano a sperimentare provare al fine di aumentare le loro personali conoscenze e capacità relativamente alla specifica
materia (radiofrequenze, propagazione delle onde radio e studio dei diversi modi di trasmissione).
Comunicano,con altre persone che come loro sono dotate di apparecchiature radio riceventi/trasmittenti, su bande di frequenza appositamente loro assegnate dalle varie Amministrazioni
Statali.
Per fare ciò devono prima superare un esame, al fine di dimostrare di avere delle basi di conoscenza di radiotecnica ed elettronica, oltre che della normativa che regolamenta il servizio di
radioamatore. Ciò consente il conseguimento della Patente di Operatore di Stazione di Radioamatore. Ottenuta la quale è possibile richiedere l’autorizzazione di installare al proprio domicilio
una Stazione di Radioamatore.
I radioamatori in Italia
Guglielmo Marconi può essere considerato il
primo radioamatore del mondo, non solo da un punto di vista scientifico, ma particolarmente cronologico, un radioamatore ante litteram, che fu anche il primo Presidente, nel lontano 1927,
dell’allora nascente Associazione che raggruppava i precursori del Radiantismo italiano.
Ma subito in Italia questa attività venne guardata con sospetto dalle autorità preposte, ed i radioamatori, tra divieti, sequestri ed angherie, mantennero in vita la loro passione ed il loro
Sodalizio in una atmosfera di clandestinità che terminò solo alla fine della seconda guerra mondiale.
Nel 1946 le autorità alleate di occupazione, nei cui paesi il movimento radiantistico si era nel frattempo liberamente sviluppato, emisero i primi permessi provvisori. Fu indubbiamente un grande
atto di stima nei riguardi dei radioamatori di un paese vinto ed occupato militarmente.
Vennero le alluvioni, i terremoti: dal Polesine a Firenze, alla Sicilia, al Friuli, all’ Irpinia. Per la prima volta la cronaca si occupò dei radioamatori, di questi oscuri privati cittadini che
erano stati in grado di sostituire le reti ufficiali di telecomunicazione laddove queste ultime erano state interrotte o distrutte.
Gli organi dello Stato e l'opinione pubblica cominciarono a rendersi conto dell’utilità del Servizio e dell’opera degli appassionati che, anche nelle condizioni più impensate e con mezzi di
fortuna, realizzavano ciò che la potente, ma lenta macchina ufficiale, non era certo in grado di improvvisare. Per ben 48 ore le uniche comunicazioni con Firenze allagata, ad esempio, furono
realizzate dai radioamatori, postisi a disposizione delle Organizzazioni di soccorso.
Non si contano ormai più i casi in cui un appello di ricerca di medicinali lanciato dalla rete dei radioamatori ha permesso di salvare vite umane, o almeno di alleviare le sofferenze di
sventurati.